Crocifisso dei Miracoli
Via Pantano, 42 - Catania - Tel: 095 534071 crocifissodeimiracoli@gesuiti.it
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La comunità dei gesuiti

Siamo una banda di avventurieri (altrimenti detta comunità religiosa) costituita da sette sacerdoti.

Gianni Notari, napoletano, dal 2010 parroco del Crocifisso dei Miracoli, è anche superiore di comunità. Comunemente noto come “Gianni”, insegna Sociologia Generale presso lo Studio Teologico “S.Paolo” di Catania, e Sociologia delle Religioni presso la Facoltà Teologica di Sicilia “S. Giovanni Evangelista” di Palermo. La sua passione: il giardinaggio.

Vincenzo Greco (detto “Enzo”), catanese, già parroco ed attualmente viceparroco del Crocifisso dei Miracoli, è ministro ed economo di casa. A lui spetta il gravoso compito di “regolare i conti”: la sua stanza è meta di pellegrinaggio per tutti i gesuiti della comunità. La sua passione: la cucina francese.

Antonio Damiani, palermitano, è il nostro decano e bibliotecario. Pur essendo il membro di comunità più anziano, ha un ritmo di vita e una salute invidiabili! Una risorsa preziosa per la nostra parrocchia, soprattutto per il suo attento servizio come confessore. Un punto di riferimento per tutta la comunità gesuitica, per la sua esperienza sul campo, maturata con saggezza negli anni. È lui la nostra sveglia spirituale: celebra infatti la messa feriale delle 7:30. La sua passione: i libri.

Gianni Di Gennaro, napoletano, è il referente dei Gesuiti per il Centro Astalli di Catania. Tocca ogni giorno con mano le innumerevoli difficoltà che i migranti vivono atterrando nel nostro Paese. Un aggiornamento costante, per tutti noi, su una ferita così aperta. La sua passione: le buone zuppe della cuoca Rita!

Michele Papaluca, melicucchese, viceparroco del Crocifisso dei Miracoli e responsabile parrocchiale del Movimento Eucaristico Giovanile (MEG). Insieme a p. Gianni, coordina le attività con gli universitari che frequentano le nostre Aule Studio. Insieme a p. Enzo è “consultore di casa”: entrambi consigliano il superiore, p. Gianni, nelle scelte importanti per la vita comunitaria. La sua passione: la Juve, per cortesia!

 

«La vita comune può diventare una vera scuola in cui si cresce nell’amore; è la rivelazione della diversità, anche di quella che ci da fastidio e ci fa male; è la rivelazione delle ferite e delle tenebre che ci sono dentro di noi, della trave che c’è nei nostri occhi, della nostra capacità di giudicare e di rifiutare gli altri, delle difficoltà che abbiamo ad ascoltarli e ad accettarli. Queste difficoltà possono condurre a tenersi alla larga dalla comunità, a prendere le distanze da quelli che danno fastidio, a chiudersi in se stessi rifiutando la comunicazione ad accusare e a condannare gli altri; ma possono anche condurre a lavorare su se stessi per combattere i propri egoismi e il proprio bisogno di essere al centro di tutto, per imparare a meglio accogliere, comprendere e servire gli altri. Così la vita in comune diventa una scuola di amore e una fonte di guarigione. L’unione di una vera comunità viene dall’interno, dalla vita comune e dalla fiducia reciproca; non è imposta dall’esterno, dalla paura. Deriva dal fatto che ciascuno è rispettato e trova il suo posto: non c’è più rivalità. Unita da una forza spirituale, questa comunità è un punto di riferimento ed è aperta agli altri; non è elitista o gelosa del proprio potere. Desidera semplicemente svolgere la propria missione insieme ad altre comunità, per essere un fattore di pace in un mondo diviso.» (Jean Vanier, Ogni uomo è una storia sacra).

 

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