Lo stato “nubile” non è più discriminato come un tempo, in cui la donna che non si sposava era soprannominata “zitella” e si spettegolava anche su di lei. Oggi non è così, ma ancora la società catanese (e penso anche in tutto il meridione) non si è adattata al cambiamento, alla presenza di molti single. Un esempio banale che posso riportare è quello della spesa che raramente (e solo nei supermercati!) prevede confezioni per single.
Anche nell’ambito delle comunità cristiane parrocchiali più volte mi sono sentita non classificata e non attenzionata, poiché potevo partecipare solo agli incontri aperti a tutti, gli altri erano rivolti a delle categorie particolari in cui non rientravo: giovani, coppie, famiglie, anziani, religiosi/e, sacerdoti.
Il mio cammino spirituale non ha bisogno di essere guidato, arricchito, sostenuto, come quello di ogni altro cristiano?
Da tre anni frequento questa parrocchia in cui ci sono i gesuiti, che ho iniziato a conoscere alcuni anni prima e nella cui spiritualità mi ritrovo pienamente. Anche qui i punti cardini che si stanno attenzionando non prevedono i single, ma i giovani, le famiglie ed i poveri. È indiscutibile che si tratta di una scelta validissima, perché sono le categorie che rappresentano il futuro, l’educazione e i valori, la fragilità e l’emarginazione. La parrocchia però non si limita a curare queste tre categorie di persone, infatti ho trovato dei percorsi spirituali in cui sono accolta, come gli incontri sull’esortazione apostolica di papa Francesco “Amoris Laetitia”. Sono interessata all’argomento benché io non abbia una mia famiglia, cioè non ho un marito/compagno, non ho figli, non sono divorziata né risposata.
Eppure, quando me ne hanno parlato ed ho espresso il mio interesse per l’argomento, mi hanno subito invitata a partecipare e successivamente mi hanno anche detto che ritengono importante la mia presenza poiché posso dare una visione diversa dalla loro, in quanto single, figlia adulta, osservatrice esterna.
Ci sono anche altri incontri di spiritualità/ preghiera, in questo caso aperti a tutti, come la Lectio Divina che considero un importantissimo appuntamento settimanale per la preghiera a partire dalla Parola. La Lectio è aperta a tutti ma, al contempo, è come se fosse personalizzata, poiché si è personalmente coinvolti. C’è poi la direzione spirituale che è molto importante per la crescita spirituale mia e, ritengo, di ogni cristiano; ho trovato nei gesuiti dei validissimi padri spirituali.
Infine desidero sottolineare il significato di “Vocazione”, che è considerata quasi esclusivamente la chiamata alla vita consacrata (sacerdozio e/o religioso/a). Chi è vicino agli insegnamenti cristiani, comprende anche che col termine Vocazione si intende pure il Matrimonio.
Ho compreso, invece, che Vocazione è ogni chiamata ad un servizio, ad un qualcosa che dà pieno senso e significato alla propria vita.
Non ricordo chi tra i gesuiti che conosco ha sottolineato un giorno questo significato, ma per me è stato illuminante. Ciascuno ha una sua specifica vocazione, anche se è single, anche se non ha scelto di esserlo, qualunque sia il suo stato, il suo essere presente nella società, nella vita.
Patrizia Renda