Agli organizzatori
dell’”UMBERTATA”2017”
loro sedi CATANIA e provincia.
Grazie ancora a tutti,
Sono la piazza, “PIAZZA UMBERTO”, e visto che in questi giorni tutti ringraziano, mi sembra opportuno che lo faccia anch’io.
Domenica mattina, ancora presto, sono stata svegliata dal solito rumore del solito macchinario che dovrebbe “lavare” le strade – a me risulta che faccia “sulu sgrusciu” – aldilà di questo, appena sveglia ho sentito una strana sensazione di leggerezza, non capivo cosa fosse. Poi, guardandomi in giro, ho avuto la bella sorpresa di avere “solo” tre auto parcheggiate sul mio groppone.
Nemmeno il tempo di godere della bella leggerezza che sento il movimento di alcuni scalmanati che incominciano a portare sacchi e a svuotare contenuti rumorosissimi; “ e ora chissi cchi volunu” pensai, e come mai non vedo quei simpaticissimi posteggiatori sempre presenti anche la domenica?
In mezzo a queste persone, tra l’altro non molto giovani, si distingue un signore che, ascoltando attentamente, viene chiamato dagli altri “l’ingegnere del … gazebo”, correre da una parte all’altra della mia superficie dicendo agli altri: “qua una 3×3, qua una 3×2”. Io pensai: starà dando i numeri!
Pian piano mi rendo conto che quest’oggi, anziché macchine stanno posteggiando capanne, meglio, molto meglio delle macchine.
Dopo qualche ora prendo atto che sono piena di gazebo. Non sono stati posteggiati su di me. Mi accorsi che stavano lì per essere riempiti di cose e persone e, con tutta l’intenzione di rimanere.
Mentre mi compiacevo di quello che stava accadendo, incominciai a sentire delle punture: strani individui cominciano a piantare chiodi. Mi faccio un po’ male, ma pazienza, mi dico, vediamo cosa combineranno ancora!
Man mano che passa il tempo, tutto lo spazio disponibile si anima di gente, tanta gente come non ne vedevo da tempo: gente che era lì per parlare, per incontrarsi, per ridere, fare musica, per raccontarsi storie, per conoscersi, per rimanere, per “sognare”, per progettare, che aveva scelto me, la “piazza”, per fare tutto ciò.
Sapete, questa UMBERTATA comincia a piacermi, sono tornata ad essere ciò per cui ero stata pensata. La mia storia è antica: infatti fin dall’antichità io sono stato il luogo privilegiato del commercio e degli scambi. I più colti e scienziati tra voi, so che ce ne sono parecchi, sapranno che nell”antica Grecia la “piazza”, che si chiamava Agorà, era oltre il ‘centro’ del potere religioso e commerciale della città soprattutto il luogo simbolo della democrazia del paese, tant’è che vi si riuniva l’assemblea della polis. Che parole difficili, quando si parla di politica.
Vorrei oltremodo ringraziarvi per aver permesso a tanti bambini di divertirsi. Si è proprio la parola adatta, si sono divertiti, e questo non avveniva da tempo, sentirli scorrazzare felici, sicuri di non essere investiti è stata una bellissima sensazione.
Ma non vi siete limitati a questo: con il mio aiuto, lasciandomi ospitare i vostri “workshops”, avete fatto qualcosa di più: “sognare” la legalità, la convivenza civile, la disabilità, la cultura interreligiosa, il volontariato, l’arte e la cultura, l’educazione futura, rappresenta l’inizio di un percorso che porterà la nostra città ed essere migliore. P
Mi sono commossa quando ho assistito allo spettacolo di quei ragazzi diversamente abili. Ma che avevano di diverso? Niente. La stessa gioia di comunicare, lo stesso impegno dei migliori professionisti del ballo, lo stesso orgoglio di ricevere l’applauso, l’applauso della “piazza”.
Grazie, grazie ancora, mi avete fatto sentire viva. Io vi ho visti e non potrò mai dimenticare la voglia e l’entusiasmo che avete messo nell’organizzare questa bella festa, una vera festa di “piazza”. Io ormai vi conosco e, quando potrò vi tratterò bene, vi farò trovare posto, non vi farò inciampare nelle mie buche, i vostri volti rappresentano per me l’unica possibilità di riscatto.
Adesso devo chiudere perchè, come al solito, stanno litigando per un posto! Però vorrei concludere con un rinnovato appello a non abbandonarmi, a non illudermi.
Volevo lanciarvi una proposta: perché non proponete al sindaco, che ho piacevolmente visto per ben due volte, di affidarvi la piazza un giorno al mese per organizzare qualcosa di simile, magari per dare spazio a realtà che hanno tanto desiderio di comunicare e condividere le loro esperienze? Vi do il mio consenso: usatemi per fare “rete” tra voi!
Con l’affetto che può dare una “Piazza”,
sempre vostra,
Piazza Umberto