L’aggettivo straordinario è impiegato dalla Chiesa per indicare la durata temporanea del servizio. Personalmente, faccio uso di tale aggettivo per definire ciò che ho vissuto in questi anni in cui ho distribuito l’Eucaristia. Ritengo infatti straordinario dare la giusta attenzione a coloro che vivono una situazione di fragilità, ovvero gli anziani, i sofferenti, gli ammalati, che oggi la nostra società tende ad emarginare. Si dimentica così che essi rappresentano un patrimonio di saggezza, esperienza, valori e relazioni di cui tutti abbiamo bisogno.
Non si può far passare sotto silenzio la triste situazione di parziale o totale assenza di attenzioni ed affetto che tanti nostri fratelli, ormai avanti negli anni, vivono drammaticamente nel loro quotidiano.
Questa realtà non lascia indifferente, né scoraggia, la nostra comunità parrocchiale. Diventa piuttosto un’occasione privilegiata per far sentire la nostra presenza nel territorio e motivo di coinvolgimento ed impegno, per accompagnare spiritualmente i più fragili e indifesi.
Sono proprio questi ultimi che devono avere attenzione nella nostra azione pastorale, poiché è in loro che è particolarmente presente la figura di Cristo sofferente.
Quindi è davvero straordinario che attraverso le umili mani e la persona del ministro si rendano presenti Cristo e la Comunità nelle case di riposo e nelle abitazioni di chi, spesso con grande dispiacere, non è più in grado di frequentare la parrocchia.
Incontrare i malati significa non solo portar loro il corpo di Cristo, ma aiutarli a incontrarLo nell’esperienza vissuta, nel loro presente: l’anzianità, la malattia, la solitudine.
L’Eucarestia porta ai malati la luce di Cristo Risorto e chi l’accoglie con fede riceve il dono di grazia che vince la solitudine interiore, la consapevolezza della fragilità e del proprio limite, che si traduce nella certezza di essere parte della famiglia di Dio. Senza distinzioni di età!
Da qualche anno, nella nostra parrocchia, è attivo il gruppo della pastorale della salute, con il coinvolgimento dei ministri straordinari. Esso ha il compito di individuare i bisogni e le necessità dei più fragili presenti nel territorio per offrire loro un aiuto concreto.
Una delle iniziative intraprese è stata quella di prevedere periodicamente una Liturgia per gli ammalati, con la celebrazione comunitaria del sacramento dell’Unzione degli infermi. In queste circostanze si è proceduto a organizzare un servizio d’ordine efficace, dando anche la possibilità di prendere e riportare a casa chi ormai esce molto raramente per l’età avanzata o per la malattia. Grande è stata la gioia di coloro che sono stati coinvolti, poiché si sono sentiti parte della comunità parrocchiale.
L’incontro con gli anziani e gli ammalati è di grande ricchezza umana, perché crea un grande rapporto di fiducia, di accoglienza e di confidenza, per cui mi rendo conto che non sono più io a dare, ma a ricevere. Posso solamente ringraziare e benedire il Signore per avermi chiamato a servire i più fragili perché, nel tentativo di dare loro qualcosa, mi fa sperimentare la sua immensa bontà.
Carmelo Zisa