Un nuovo anno pastorale si è aperto. Ci aspetta un tempo intenso per abilitarci sempre meglio a narrare il Vangelo con passione. Abbiamo fatto molta strada. Abbiamo fatto scelte precise: sostare a lungo con i giovani, le famiglie e i poveri. Tutto ciò ha comportato un significativo investimento di risorse umane ed economiche.
Nessun rimpianto. Ciò che conta è andare avanti con determinazione.
Faccio mie le parole del Papa: “Mi piace una Chiesa inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una chiesa lieta con il volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà.”.
Motivati dalla Parola di Dio e alimentati dall’Eucarestia, ci lasciamo orientare dalle cinque vie indicate dal Convegno Ecclesiale di Firenze: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare.
· Uscire dagli schemi ammuffiti di una Chiesa che non parla al cuore delle persone, andare oltre i toni lamentosi e rassegnati di chi vive la comunità come se fosse un ghetto, chiuso ad un mondo che cambia.
· Annunciare la gioia del Vangelo. Come ci ricordava Papa Benedetto, “la Chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione, per testimonianza.” Una testimonianza gioiosa, espressa con il linguaggio della vita. Un agire che suscita domande e rende desiderabile camminare con Gesù.
· Abitare questo mondo, assumendone le sfide. E la prima cosa da fare è acquisire la disponibilità ad ascoltare, abitando le relazioni. Ogni tipo di relazione.
· Educare i fratelli e le sorelle a vivere secondo la logica del Vangelo, “per cercare e trovare Dio in tutte le cose”, come ci suggerisce Sant’Ignazio negli Esercizi Spirituali. In questa prospettiva il ruolo degli adulti è fondamentale. La Lectio Divina diventa il luogo privilegiato per operare un salto di qualità. I media e le tecnologie possono offrire un prezioso aiuto per la condivisione delle buone pratiche e il collegamento tra le realtà educative.
· Trasfigurare le relazioni mediante la pratica della misericordia, che sola – ci insegna quest’Anno Santo – dà senso e pienezza alla vita umana. Trasfigurare è sguardo che cerca l’uomo, specialmente i poveri, facendo emergere che non c’è umanità là dove c’è scarto e ingiustizia, dove si vive senza speranza e gratuità.
Per camminare insieme senza ambiguità dobbiamo dialogare di più. Essere fermento di incontro e di unità. Il Papa ci raccomanda questa capacità di dialogo: “Dialogare è cercare il bene comune per tutti. Discutere insieme, oserei dire arrabbiarsi insieme, pensare alle soluzioni migliori per tutti.”. Incalza il Papa: “Ricordatevi che il modo migliore per dialogare non è quello di parlare e discutere, ma quello di fare qualcosa insieme, di costruire insieme, di fare progetti: non da soli, tra cattolici, ma insieme a tutti coloro che hanno buona volontà.”. In questa linea consolideremo le relazioni con la comunità musulmana e con le altre confessioni religiose. Non solo. Anche con quella parte della società civile catanese che crede al sogno di una città migliore.
Queste sono solo indicazioni di percorso, portando nel cuore una consapevolezza: “All’uomo appartengono i progetti della mente, ma dal Signore viene la risposta” (Prov. 16, 1).
A tutti noi, auguro un cammino fruttuoso. A tutti noi, una benedizione. Preghiamo l’uno per l’altro per essere, sempre più, strumenti del Signore.
p. Gianni Notari SJ